Il primato campano nell’agroalimentare

Dai campi alla tavola, la Campania può vantare una trentina di prodotti d’eccellenza tra Doc, Docg e Dop, a cui vanno aggiunti oltre 300 prodotti tradizionali delle diverse realtà territoriali. Il numero di imprese alimentari registrate presso le Camere di Commercio è elevatissimo: circa 10mila. L’aspetto interessante è legato al fatto che, negli ultimi anni, l’incremento medio annuo dell’industria alimentare è stato superiore a quello registrato dal settore manifatturiero.

Nella provincia di Napoli operano prevalentemente imprese della lavorazione del pesce e derivati (concentrate nei comuni vesuviani), nell’industria delle bevande (in particolare vinicole, alcol e distillati), nel lattiero caseario e altri prodotti alimentari. Di rilievo, nella provincia di Salerno, i comparti ortofrutta (anche con la lavorazione della IV gamma), lattiero caseario e olivicolo. Buona parte delle aziende presenti in provincia di Caserta opera nei comparti della produzione di alimenti per il bestiame e nel settore lattiero-caseario. Nelle province di Avellino e Benevento sono presenti numerose imprese della vitivinicoltura di qualità.

La gran parte dei prodotti agroalimentari campani è protagonista di quella tradizione alimentare tipica dei Paesi del bacino mediterraneo e dell’Italia meridionale nota come “dieta mediterranea”. Legata al sole, al mare e alla terra, questo tipo di alimentazione si basa sul consumo di prodotti semplici: pane, pasta, olio d’oliva, vino, legumi, frutta e ortaggi, integrati da piccole quantità di prodotti di origine animale, quali latte, formaggi, uova, carne e soprattutto pesce, ma ricchi di benefiche proprietà salutistiche, che per secoli hanno contraddistinto la cucina delle popolazioni rurali del Mezzogiorno.

La stessa Regione Campania, con delibera di Giunta n. 59 del 02.06.1997, ha individuato il Distretto industriale agroalimentare di Nocera Inferiore-Gragnano. Il Distretto annovera più di 30mila imprese, occupando oltre 50mila unità. Si estende per una superficie composta da 20 Comuni, di cui 16 dislocati nella provincia di Salerno (Angri, Baronissi, Bracigliano, Castel San Giorgio, Corbara, Mercato San Severino, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Sant’Egidio del Monte Albino, Sarno, Scafati, Tramonti) e quattro in quella di Napoli (Gragnano, Lettere, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate).

Sempre Palazzo Santa Lucia ha approvato, con delibera di Giunta, il Regolamento di attuazione della legge regionale n. 20 dell’8 agosto 2014 per il riconoscimento e la costituzione dei Distretti rurali e dei Distretti agroalimentari di qualità. Con questo Regolamento si mettono a disposizione dei sistemi locali, segnatamente delle piccole e medie imprese, strumenti più incisivi per potenziare il contesto in cui operano e rafforzare la propria competitività. L’obiettivo è dare slancio allo sviluppo dei territori e dell’agroalimentare. I distretti consentiranno all’amministrazione regionale una programmazione più efficace di azioni che migliorino la competitività di uno specifico comparto dell’agroalimentare o di un territorio nel suo complesso. In pratica, sarà possibile implementare politiche ancora più incisive anche in vista della programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali per lo sviluppo rurale.

Inoltre l’agroalimentare continua a rappresentare il principale motore dell’export anche nel 2024, registrando un incremento complessivo del 4,7%. Le eccellenze del territorio hanno brillato: il distretto del caffè e confetterie del napoletano ha evidenziato un progresso significativo (+9,7%), beneficiando di una crescente domanda proveniente dal mercato greco. I primi due distretti agroalimentari in termini di export a valori correnti chiudono in territorio leggermente positivo: le conserve di Nocera segnano un incremento del 2%, mentre l’alimentare napoletano cresce del 2,3%. Tuttavia, non sono mancate le criticità che indicano le sfide per diversi distretti: la mozzarella di bufala campana ha subito un lieve calo (-1%), mentre il distretto dell’alimentare di Avellino ha registrato una contrazione più marcata (-5,2%). (M.C.)

 

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