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CAMPANIA TEATRO FESTIVAL 2025 10 luglio 2025 ore 21:00 Sala Assoli   NINFA PLEBEA Favola in musica

CAMPANIA TEATRO FESTIVAL 2025

10 luglio 2025 ore 21:00

Sala Assoli

 

NINFA PLEBEA

Favola in musica

Liberamente tratto da “Ninfa plebea”

di Domenico Rea

Adattamento e regia

Rosalba Di Girolamo

Consulenza alla sceneggiatura

Lucia Rea

Con

Antonello Cossia, Rosalba Di Girolamo, Annalisa Madonna (voce), Jenna’ Romano (musiche dal vivo) e la giovane Luna Fusco

Assistente alla regia

Mattia Tammaro

Costumi e oggetti di scena

Rosa Ferrara

Progetto fotografico

Nunzia esposito

Consulenza al progetto 

Roberta D’Agostino

Direzione tecnica

Carmine Giordano

Direzione di produzione

Flavio Di Fiore

PRODUZIONE

BABA YAGA TEATRO

 

“NINFA PLEBEA – Favola in musica” è lo spettacolo di Rosalba Di Girolamo, liberamente adattato da “Ninfa plebea” di Domenico Rea, con la consulenza alla sceneggiatura di Lucia Rea. Lo spettacolo va in scena, per il Campania Teatro Festival 2025, il 10 luglio alle 21.00 in sala Assoli.

In scena ci sono: Antonello Cossia, Rosalba Di Girolamo, Annalisa Madonna (voce), Jennà Romano (musiche dal vivo) e la giovane Luna Fusco.

Nella mitica Nofi di tanti racconti di Rea, negli anni precedenti l’ultima guerra mondiale, in un umile basso del miserabile quartiere del Bùvero, ha inizio l’educazione sentimentale di Miluzza, l’adolescente poco più che bambina, protagonista del romanzo. Disgrazie della virtù e fortune del vizio, in un pezzo di mondo fra paradiso e inferno perduto, incrociano trappole sul suo impervio cammino. Ma Miluzza, che è pura vita, puro istinto, puro candore alla deriva, le attraversa tutte con intrepida innocenza.

Domenico Rea – afferma Lucia Rea, figlia dello scrittore e consulente alla sceneggiatura dello spettacolo –  è stato un uomo libero, dallo spirito profondamente democratico e con una grande compassione verso gli ultimi. Sentiva da quell’accanito fumatore e divoratore di vita che era, che se ne sarebbe andato presto, e “Ninfa plebea”, l’ultimo libro che ha scritto, è stato un testamento spirituale, forse antropologico. E’ un’opera sospesa tra realismo ed elaborazione fantastica, ma molti si sono soffermati più all’apparenza pruriginosa della narrazione, che al vero aspetto politico e sociale che la sostanzia, ovvero una cruda riflessione intorno al tema dell’abuso sulle donne, in particolare sulle donne giovanissime.

 

 “La vuoi sentire la storia di Catuccia quando nel bosco incontrò un orco peloso e grosso come una montagna?” Così inizia Ninfa plebea-favola in musica, riscrittura per voci e musica del magnifico cunto di Domenico Rea. Il racconto è affidato a due narratori, il Nonno e Miluzza, cui fa da contrappunto un coro per voci, musica, video e movimenti scenici. Cinque le figure sul palco: il Nonno, deux ex machina della messa in scena, che racconta la fiaba a Miluzza incarnando i volti degli “orchi” evocati, Miluzza che si fa trina (giovane danzatrice, narratrice e voce cantante) e il musicista che scandisce il ritmo della storia in un continuum sonoro, in cui i canti e le sonorità del nostro sud si fondono con la chitarra acustica, elettrica e strumenti percussivi. Una storia che racconta di un’adolescente traboccante di sensualità e purezza allevata pressappoco come un pollo da cortile in uno dei tanti sud del mondo, impreparato ad accoglierne la dirompente forza vitale ma pronto a destinarla all’inferno. Una favola contemporanea scura e visionaria, popolata di orchi, fate o streghe, una sorta di medioevo culturale sospeso nel tempo, una fiaba iniziatica che vuole essere, soprattutto, una riflessione sull’abuso.

“Ninfa plebea” – dice la Di Girolamo, regista, interprete ed autrice dell’adattamento del testo –  è un romanzo sulla purezza ed è anche un romanzo sull’abuso. Entrambi i temi sono sapientemente nascosti tra le pieghe di un linguaggio crudo e visionario, scuro e coloratissimo, e mai consolante.

Insieme ai miei colleghi abbiamo voluto creare una narrazione che procede per quadri musicali e cromatici, che evocano più che descrivere, affrontando un tema tanto delicato con leggerezza e crudezza al tempo stesso, nel desiderio di rendere onore al linguaggio del cunto tanto amato da Rea.

Ringrazio di cuore i miei compagni di avventura per la generosità con cui hanno costruito insieme a me questo lavoro, mettendo in gioco creatività e professionalità. Un grazie speciale alla giovane Luna Fusco per il suo slancio, e soprattutto a Lucia, instancabile custode della memoria del padre, per la forza, la passione con cui ci ha sostenuti.

 

Sono molto soddisfatta – conclude la Rea – della sceneggiatura e dell’adattamento teatrale che Rosalba Di Girolamo ha saputo dare di “Ninfa plebea”, non era scontato con un romanzo così complesso. Credo che abbia saputo cogliere nel segno, rispettando tutti gli aspetti: favolistico, barocco, e soprattutto drammaticamente attuale dell’opera.

Assistente alla regia Mattia Tammarocostumi e oggetti di scena Rosa Ferrara, progetto fotografico Nunzia Esposito, Consulenza al progetto Roberta D’Agostinodirettore tecnico Carmine Giordano, direttore di produzione Flavio Di Fiore.

Lo spettacolo è patrocinato da: Fondazione Premio Napoli, Comitato centenario Domenico Rea, UIL Pari opportunità.

 

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