
“In a Scarlatti Mood. Transizioni orchestrali dal Barocco al Jazz”
“In a Scarlatti Mood. Transizioni orchestrali dal Barocco al Jazz”, concerto conclusivo della rassegna Alessandro Scarlatti il primo dei moderni, sostenuta dal MIC e realizzata dalla Nuova Orchestra Scarlatti per i 300 anni dalla morte del grande compositore, si terrà venerdì 25 luglio ore 19.30 nella Chiesa dei SS. Marcellino e Festo di Napoli, in Largo San Marcellino 10. Ingresso gratuito.
Il concerto sarà preceduto alle ore 18.45 da una Conversazione su forma e improvvisazione in musica, con Bruno Persico che illustrerà al pubblico, con esempi al pianoforte, alcuni segreti dell’invenzione jazz.
Un nuovo suggestivo viaggio dal Barocco al Jazz, dagli Scarlatti a Duke Ellington, con la Nuova Orchestra Scarlatti guidata da Bruno Persico, pianista e direttore: dopo aver sperimentato negli scorsi appuntamenti, con grande consenso di pubblico, l’accostamento della musica di Scarlatti a nuova musica a essa direttamente ispirata, con brani inediti in prima esecuzione assoluta di compositori campani di oggi, sia affermati che emergenti, “In a Scarlatti Mood” prosegue sulla linea dell’ibridazione creativa proponendo un nuovo percorso di suggestive metamorfosi orchestrali dal classico al jazz, da Scarlatti a Duke Ellington, animato da Bruno Persico alla testa della Nuova Orchestra Scarlatti.
Al riguardo Bruno Persico, musicista poliedrico con salda formazione classica, diploma di pianoforte a Santa Cecilia a Roma e anni di studio e ricerca di una sintesi tra strutture classiche e jazz, che lo hanno portato anche alla prestigiosa Berklee School di Boston, spiega: “Il programma propone divertimenti musicali che partono dalla rielaborazione di arie di Alessandro Scarlatti e di sonate del suo grande figlio Domenico, proseguendo con alcuni miei brani originali fino al jazz sinfonico, con un omaggio a Duke Ellington, grande innovatore di forme e generi, un po’ un Alessandro Scarlatti del jazz. In tutti i brani l’architettura musicale classica si fonde con momenti improvvisativi e solistici tipicamente jazzistici, animando un dialogo continuo tra il pianoforte e l’orchestra”.
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