Pompei tra passato e futuro

Gli scavi archeologici di Pompei sono un vanto per la Campania in tutto il mondo. L’anno scorso sono stati visitati da oltre quattro milioni di persone. Insieme con i resti meno numerosi, ma meglio conservati della località di villeggiatura di Ercolano e gli affreschi della Villa Oplontis a Torre Annunziata sono stati inseriti tra i 58 siti italiani tutelati dall’Unesco nella World Heritage List. Quest’area archeologica vasta è stata progressivamente resa accessibile al pubblico dalla metà del XVIII secolo. Gli scavi di Pompei – estesi su ben 44 ettari – non smettono di meravigliarci con nuove scoperte, raccontano i quartieri urbani del tempo con le loro ville romane, il foro principale circondato da grandi edifici come il Capitolium, la Basilica e i templi e diversi complessi termali pubblici, teatri e un anfiteatro. A caratterizzare il sito archeologico la sua doppia anima: da un lato il mondo pagano rappresentato da ciò che resta di una delle più ricche città dell’impero romano e dall’altro la spiritualità cristiana che ne fanno meta di pellegrinaggio con il vicino santuario.

 

Pompei e dintorni hanno l’opportunità di aprirsi al futuro. Il Parco archeologico ha ospitato un incontro, organizzato dall’Unità Grande Pompei, diretta dal generale Giovanni Capasso, tra tutti i sindaci degli 11 comuni che rientrano nella nuova, più ampia “Buffer Zone” del sito Unesco 829 “Pompei, Ercolano e Torre Annunziata-Oplonti”, approvata  nel 2024 dopo una articolata istruttoria. La “Buffer Zone” è un’area intorno ai siti Unesco che contribuisce integralmente ai valori del patrimonio, per esempio attraverso le relazioni visive e storiche tra monumenti archeologici e paesaggi naturali e urbani.

All’incontro hanno partecipato, oltre al direttore di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, anche Francesco Sirano, responsabile del sito di Ercolano e recentemente nominato dal ministro Alessandro Giuli a capo del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e Mariano Nuzzo in qualità di Soprintendente dell’Area metropolitana di Napoli. I Comuni coinvolti, rappresentati dai rispettivi sindaci o assessori delegati, sono: Pompei, Torre Annunziata, Ercolano, Portici, Torre del Greco, Scafati, Castellammare di Stabia, Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno. Presente anche il Parco nazionale del Vesuvio nella figura del presidente Raffaele De Luca.

Nell’incontro sono state condivise strategie comuni di sviluppo del territorio nonché di scambio di buone pratiche. Sono state approfondite le possibilità di una comunicazione più condivisa e unitaria, purché «diffusa e democratica», che esalti maggiormente i valori riconosciuti dall’Unesco al territorio vesuviano. Un approfondimento è stato dedicato anche alla situazione normativa e all’opportunità di condividere progetti di sviluppo territoriale tra i vari enti afferenti alla “Buffer Zone”.

Tra le criticità emerse, spicca il tema dei trasporti, soprattutto su ferro, che rappresentano un nodo cruciale per sviluppare quella «Pompei diffusa» che è rappresentata dai siti territoriali, come le ville romane di Castellammare, Oplonti, Boscoreale, Torre del Greco e Terzigno, senza i quali «non si può veramente comprendere la storia dei centri urbani di Ercolano e Pompei», come ha sottolineato il direttore Zuchtriegel.

«Lavoriamo per la valorizzazione di tutto il territorio – ha detto Zuchtriegel – anche perché mentre a Pompei abbiamo dovuto introdurre un numero chiuso di 20mila presenze al giorno per motivi di sicurezza e tutela, gli altri siti hanno ancora ampi margini di crescita. E questa crescita si deve tradurre in sviluppo per tutte le comunità del territorio. Ma per raggiungere l’obiettivo, la rete di trasporto pubblico tra Napoli e Salerno è fondamentale e purtroppo c’è ancora molto da migliorare. Quello che ci teniamo a dire è che siamo per un trasporto pubblico capillare, democratico e di qualità, non ci dobbiamo fermare a iniziative spot, quali treni turistici e speciali. Auspichiamo uno sviluppo diffuso e sostenibile di tutta la rete, senza un servizio a due classi tra turisti e pendolari. La bellezza non si può confinare a un percorso turistico, deve trasparire da ogni angolo del paesaggio vesuviano, in ogni singolo momento». (M.C.)

 

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