Vomero, i bambini scavalcano per giocare nel Parco Mascagna e rischiano di farsi male. E l’area verde diventa un parcheggio per pochi eletti

di Alessandro Migliaccio

Non si placano le polemiche per la chiusura del Parco Mascagna, che dura ormai da quasi un anno. Ma non solo la manutenzione sembra ferma e quello che è un importantissimo polmone verde del quartiere Vomero viene ancora negato alla cittadinanza. C’è di più. Vista la totale assenza di controlli, nel Parco Mascagna ogni giorni entrano gruppi di ragazzini (e non solo) che decidono di allietare le loro giornate scavalcando i cancelli dell’area verde ed utilizzando le giostre presenti, sia quelle intere che quelle in parte rotte e senza manutenzione, rischiando di farsi male in maniera anche grave. Anche perché nell’area verde sono presenti materiali di risulta, resti dei primi interventi effettuati dagli operai e tronchi tagliati. Insomma, sembra l’area giochi di Chernobyl e non a caso il parco venne chiuso 10 mesi fa in quanto “pericoloso” per l’incolumità dei cittadini. E se ora qualche bambino che entra furtivamente si fa male? Di chi sarà la responsabilità? Il Comune di Napoli e la Quinta Municipalità dove sono? In ferie?

Intanto nessuno controlla e nessuno impedisce, ogni mattina, a questi bambini di rischiare di farsi male durante il loro “campo estivo abusivo”, se vogliamo chiamarlo così, all’interno del Parco Mascagna. Come se non bastasse, nell’area verde vi è un’automobile parcheggiata con tanto di parasole messo sul parabrezza (foto).

Un’auto parcheggiata in un’area verde è davvero un paradosso ma, evidentemente, da queste parti gli enti locali non ci trovano nulla di sbagliato. A meno che nessuno si sia accorto che quello spazio riservato alla cittadinanza, che sarebbe stato molto utile per bambini e anziani in questo periodo di gran caldo, si sta trasformando in un parcheggio per pochi eletti. Chi ha la chiave del catenaccio ha facoltà di parcheggiare la propria auto e magari anche quella di qualche amico.

Qualche giorno fa si era registrata l’ennesima protesta da parte dei residenti del Vomero per denunciare l’assenza di lavori per la riapertura del Parco Mascagna e chiedere l’immediata messa in sicurezza e riapertura dello stesso. In una petizione firmata da decine di residenti, inoltre, vengono chieste le dimissioni del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi e la revoca della delega al Verde comunale all’assessore Vincenzo Santagada. Il tutto considerando “l’evidente stato di degrado e d’abbandono nel quale versa il verde pubblico in città” e nello specifico “per le vicende che riguardano il parco comunale Mascagna, già conosciuto come giardini di via Ruoppolo, chiuso da oltre 300 giorni, con lavori di riqualificazione fermi da settimane, privando i residenti, in particolare i bambini accompagnati e gli anziani, dell’unico polmone a verde pubblico attrezzato di un’area densamente abitata, posta tra i quartieri del Vomero e dell’Arenella”.

“I lavori di riqualificazione al parco Mascagna – spiega Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari – partiti il 20 novembre dell’anno scorso, dovevano durare 120 giorni e dunque concludersi entro la fine del marzo scorso, ma siamo arrivati a luglio e non solo non sono ancora conclusi ma allo stato sono fermi né si sa quando riprenderanno. Sulla vicenda colpisce il perdurante assordante silenzio proprio dell’assessore al verde del Comune di Napoli, Vincenzo Santagada, sotto accusa dal momento che, nonostante le tante proteste e le manifestazioni dei residenti, preoccupati dal perdurare della chiusura del parco comunale, non ha ancora reso noto il nuovo cronoprogramma dei lavori ma principalmente la data di riapertura del parco comunale”.

A Palazzo Cavalcanti il bilancio del turismo musicale

Domani, mercoledì 10 luglio, alle 12.00, a Palazzo Cavalcanti, in via Toledo 348, l’Assessore al Turismo ed alle Attività Produttive Teresa Armato e il delegato del Sindaco di Napoli per l’industria della musica e dell’audiovisivo Ferdinando Tozzi, presenteranno alla stampa il lavoro svolto in un anno di Turismo Musicale, ideato e prodotto da Butik, impresa sociale specializzata in Turismo Musicale, sostenuto dal Ministero della Cultura tramite il Fondo Unico dello Spettacolo tra i Progetti Speciali 2022-2023 – Sezione Musica, realizzato nell’ambito del progetto “Napoli città della Musica” in collaborazione con l’Ufficio Musica del Servizio Cultura del ComuneTUM Turismo Musicale a Napoli ha proposto incontri istituzionali e eventi aperti ai cittadini e turisti da giugno a ottobre 2023. Saranno presentati i progetti futuri relativi al Turismo Musicale.

Interverranno anche il presidente di Assoconcerti Bruno Sconocchia, il consigliere di Assomusica Giuseppe Gomez e Alessandra Di Caro co-founder e marketing manager Butik.

La fisicità prima di tutto: il fattore “base” che serve per vincere in Italia

Come sottolinea il Corriere dello Sport, il Napoli di Antonio Conte punterà in primis sulla fisicità, un po’ come quello di Luciano Spalletti, che al primo anno col Napoli sottolineò l’importanza di questo fattore per vincere le partite in Italia e si fece comprare giocatori muscolari e fisica, come per esempio Kim in difesa.

Rafa Marin, che sta arrivando, guida l’elenco dei nuovi acquisti che saranno soprattutto dei giganti per il Napoli e per Antonio Conte. I volti nuovi hanno una caratteristica in comune: sono alti, grossi e fisicamente strutturati. Coerenti con l’idea di calcio del nuovo allenatore. Il suo Napoli sarà una squadra verticale e coraggiosa. Tatticamente sapiente ma anche pronta ai classici duelli individuali a campo aperto. Saprà essere elegante ma all’occorrenza anche concreta e pratica. Dovrà duellare in area e fuori. Sovrastare gli avversari per qualità, abilità, bravura e, appunto, fisicità. Per tutti questi motivi il club sta costruendo il nuovo organico rispettando, tra le tante, l’indicazione della fisicità come peculiarità, una caratteristica mai del tutto protagonista nella storia recente del Napoli. Una squadra che negli ultimi anni ha vinto, brillato e convinto grazie ai piccoletti (ai tempi di Sarri) e in generale ad abili palleggiatori capaci di arrivare al trionfo gestendo sempre palla e giocando in modo corto, coeso e compatto, facendo gruppo insieme senza mai isolare e scoprire i singoli reparti.

Non è ancora nato il Napoli di Conte e non è stato neppure svelato, sarà il primo ritiro di Dimaro a fornire in tal senso indicazioni, di sicuro dal mercato arrivano indizi sul futuro volto della rosa. Il Napoli sta ricercando calciatori forti fisicamente, veri e propri giganti. Dalla difesa all’attacco, perché anche Romelu Lukaku, a esempio, rispecchia questo identikit. Il pupillo di Conte, infatti, è uno specialista del ruolo, una boa d’area di rigore capace di fare reparto da solo, difendendo palla e favorendo gli inserimenti di esterni e centrocampisti. C’è un motivo per cui il belga è stato per Conte all’Inter l’attaccante perfetto per il suo calcio. Al momento il suo nome è un’idea, aspettando novità su Osimhen. Ma i centimetri saranno indispensabili soprattutto dietro.

Con Conte, che pur ragionando anche su una linea a quattro ha sempre impostato le sue recenti squadre a tre, il Napoli cambierà modo di difendere. Serviranno calciatori pronti a vivere nel corso della stessa partita diversi duelli individuali inseguendo gli avversari in campo aperto. Per questo serviranno centrali alti ma anche agili e reattivi. Buongiorno, che per Conte sarà il pilastro della nuova difesa, è alto 190 centimetri ma è un difensore mobile, veloce, dinamico, abituato a marcare a uomo, a non far respirare gli attaccanti. Ha caratteristiche simili anche Rafa Marin, un metro e novantuno, così come Rrahmani, altezza identica e, per caratteristiche ed esperienza, capacità di marcare in avanti, in aggressione costante sulle punte. Conte cerca fisicità ovunque, non solo in difesa e non solo dall’attaccante. Spinazzola, affare ormai definito, è un esterno veloce, di talento, qualità e dribbling, ma è anche molto alto per il ruolo (186) e tornerà utile in area di rigore, nelle marcature, oltre che nel percorrere per intero la fascia. La fisicità arriverà dal mercato ma è già presente in rosa con i vari Di Lorenzo, Olivera (che in nazionale sta giocando da centrale di difesa), Anguissa, e, in attacco, Kvaratskhelia, che non si fa notare e apprezzare per fisicità – altre e ben note sono le sue qualità – ma è comunque alto oltre un metro e ottanta.

Tris di colpi in difesa: arrivano Buongiorno, Rafa Marin e Spinazzola. Ma il meglio deve ancora venire

Rafa Marin

A Villa Stuart gran via vai di persone. Dopo l’arrivo di Leonardo Spinazzola, acquistato a parametro zero dal Napoli, arriva anche Rafa Marin per effettuare le visite mediche nel caldo pomeriggio romano. E nelle prossime ore sarà il turno di Alessandro Buongiorno, che ieri ha salutato il Torino e i tifosi granata per fiondarsi con entusiasmo nella nuova avventura col Napoli.

Rafa Marin, difensore spagnolo, classe 2002, è stato acquistato dal Real Madrid con una formula piuttosto complessa. Il nuovo ds Manna e il presidente De Laurentiis hanno stretto un accordo che permetterà al club madrileno di riportare il giocatore in Spagna, ma solo a partire dal 2026 e nel 2027 con il diritto di recompra inserito nel contratto. Il Napoli ha versato circa 10 milioni per il cartellino di Rafa Marin e nel 2026 la clausola avrà valore 25 milioni se il Real volesse riportarlo alla base; nel 2027, invece, varrà 35. Il tutto però si raddoppierebbe se il Napoli verserà l’anno prossimo altri 10 milioni di euro nelle casse del Real Madrid. In questo caso, infatti, il Napoli farà raddoppiare il valore della recompra da 25 a 50 milioni per il 2026, e da 35 a 70 per il 2027.

Il difensore Alessandro Buongiorno, invece, si unirà agli azzurri solo nel secondo ritiro che si terrà in Abruzzo a Castel di Sangro, a fine luglio. Per il centrale del Torino ora è tempo di vacanze, ma ha già dato la parola al mister e alla società partenopea.

Per il raduno a Castel Volturno è atteso Victor Osimhen: l’attaccante nigeriano partirà con i suoi compagni per il ritiro di Dimaro, poiché fino a questo momento nessun club ha presentato al Napoli i 120 milioni della clausola rescissoria. Il centravanti sarà a disposizione di Conte, ma lo stesso allenatore conosce bene la delicata situazione e appena si sbloccherà la sua cessione, chiederà il bomber che utilizzerà per tutta la stagione: Romelu Lukaku è il primo della lista ma non sono escluse sorprese. Insomma, puntellata la difesa, ora arriveranno i colpi in attacco e a centrocampo.

Al momento, con gli acquisti e le cessioni realizzate finora, il Napoli si schiererebbe così: Meret, Rrahmani, Buongiorno, Rafa Marin, Di Lorenzo, Lobotka, Anguissa, Olivera, Politano, Osimhen, Kvaratskelia.

Il Museo “Diego Aragona Pignatelli Cortes” assegnato alla direzione di Palazzo Reale di Napoli

Villa Pignatelli

Villa Pignatelli, la meravigliosa dimora storica sulla Riviera di Chiaia, che ospita il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes e l’annesso Museo delle carrozze, oltre a un piccolo parco, passa sotto la direzione di Palazzo Reale di Napoli, diretto da Mario Epifani. È stato firmato a fine giugno il verbale di passaggio di consegne con cui Villa Pignatelli sarà coordinata non più dalla Direzione regionale Musei della Campania, come previsto dal decreto ministeriale del febbraio scorso.

Un bagno di umiltà per ripartire solo con chi ha “motivazione”: così il Napoli può superare questa stagione orribile

di Sergio Curcio

Una bella canzone cantata da Bobby Solo a metà anni sessanta come sigla di una serie di telefilm di Totò diceva: “Non c’è più niente da fare… è stato bello sognare… un grande amore sincero un più felice futuro.. da vivere insieme, per sempre con te”.
Dopo l’ ennesima penosa partita del Napoli il testo di questa canzone, abbinata allora agli spassosi telefilm del principe della risata, mi ha fatto riflettere non poco… C’è da piangere o da ridere, per la rabbia, per la stagione da film horror della squadra di De Laurentiis?
Il senso di vuoto, del nulla che squadra e società hanno dato in questa stagione, quella che avrebbe dovuto confermare club e giocatori tra le realtà del panorama calcistico europeo, non può non essere che la logica conseguenza di una politica tecnica, economica e societaria portata avanti da un parvenu’ del calcio, un soggetto che, a conti fatti, ha buttato letteralmente nel cesso 20 anni di presidenza un po’ oculata, molto, fortunata, che l’ aveva portato ad un passo dall’ essere definito il miglior esponente di un calcio business intelligente, ragionevole economicamente e che tenesse in conto i risultati tecnici al pari di quelli economici con grande equilibrio tra costi e ricavi.
Alla prova dei fatti, dopo uno scudetto vinto con merito e quel pizzico di fortuna che sempre deve condire i momenti belli, tutti si aspettavano da questo Adam Smith del…Calcio…qualche altra mossa a sorpresa dopo l’ addio di Spalletti (“perdono ma non dimentico”, dixit Lucianone) e di Giuntoli, juventino infiltrato alla corte del “Re Solo” e capace di creare una squadra vincente dai colori azzurro vivi. È invece, il Nuovo Messia della palla s’è inventato il premio scudetto del contenimento dei costi, l’ ulteriore abbattimento degli ingaggi ed una campagna acquisti che definire da squadra di serie B suona un’ offesa per le proprietà del Parma, del Como, del Venezia…E non a caso il programma del presidente s’è rivelato fallimentare anche in serie B con il “suo” Bari.
Ora che il “Re Solo” non vede più brillare il suo orizzonte si comprende bene anche quale è sempre stato il suo programma: contenimento dei costi da ” bamboli non c’è una lira”, caccia ai giovani meno costosi con la speranza di trovare il crac da rivendere dopo un paio di stagioni e dividere gli utili con un consiglio d’Amministrazione composto da parenti stretti e affini…
I tifosi, ora, hanno sgamato il giochetto e mentre la parte sana del tifo è rassegnata, impotente di fronte ad un presidente padrone  che ha finalmente svelato il suo vero volto quando avrebbe dovuto fare un ultimo step per proseguire un ciclo di alto profilo tecnico, la parte più fumantina dei supporter ha iniziato a  martellare di improperi e calunnie il presidente-padrone e non proprietario del club di cui il tifo, quale bene immateriale, è indubbiamente parte della società. Ma ci chiediamo: De Laurentiis ha mai davvero rispettato i tifosi? Optiamo per un No deciso, accompagnato dal MAI!! Ha sempre e solo pensato al suo utile, forte della sua arrogante e ingombrante personalità da uomo di cinema.
Dopo la catastrofica stagione, i tifosi vivono un distacco apparentemente indifferente, invece molto sofferto e con il dito puntato contro ADL in attesa delle sue prossime mosse. Il presidente è ormai stretto in un angolo: da una parte i tifosi, stufi, avviliti, delusi e tradito; dall’ altra i giocatori, in attesa di capire e conoscere quale sarà il futuro del club ma soprattutto il loro. ADL con i suoi casting ha detto di amare il gioco di Gasperini, di stimare Italiano, di pensare a Pioli come fondatore del nuovo progetto e a Conte per tornare a vincere in poco tempo.  Chi ci capisce  non è bravo ma deve essere un mago…La nostra sensazione è che l’ uomo d’ affari, il presidente e il produttore cinematografico, Aurelio De Laurentiis, sia in grosse difficoltà dopo essere riuscito a  annullare i debiti della Filmauro con i soldi del Napoli. L’impressione è che dopo il flop post scudetto si stia per voltare di nuovo pagina…In meglio o in peggio? Lo scopriremo solo… vivendo questa stagione calda, caldissima, non solo per il clima ma per le scelte di un ADL che lavora nell’ ombra più totale e sempre più solo. Per Manna, se è vero che è già al lavoro, liberato da Giuntoli, un avvio più impervio non poteva esserci. A Napoli la fantasia non manca e si fantastica su nomi importanti in panchina e in campo… Sarà vero o falso? Quel che è certo è che il Napoli è un sentimento che già ora deve essere rinnovato e sollecitato. Le parole non bastano più. Dopo l’anno horrobilis  tutti devono fare un bagno di umiltà, presidenti e giocatori in primis. E chi non ha più motivazioni è pregato di farsi da parte. A cominciare dalla proprietà che evidentemente comincia a sentire il peso degli anni e di un ventennio ridotto e finito in macerie, per sue colpe.

Ponticelli-Barra-San Giovanni a Teduccio e Cercola: scambio elettorale politico mafioso. Scattano gli arresti

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Per delega del Procuratore Distrettuale di Napoli, si comunica che i Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 7 persone (di cui 6 sottoposte alla misura in carcere, una agli arresti domiciliari) gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di scambio elettorale politico-mafioso nonché di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e di detenzione e porto in luogo pubblico di armi, delitti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare le associazioni di tipo camorristico denominate clan Fusco-Ponticelli e De Micco-De Martino, operanti sul territorio di Cercola e nell’area orientale di Napoli compresa tra i territori di Ponticelli, Barra e S. Giovanni a Teduccio. In particolare, all’esito delle indagini svolte dai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco e della Tenenza di Cercola, emergeva che gli indagati, in occasione della tornata elettorale per le elezioni amministrative del comune di Cercola, fissata nelle date del 14 e del 15 maggio dell’anno 2023 e del successivo ballottaggio del 25 e 26 maggio, avrebbero creato, con una perfetta organizzazione e suddivisione di compiti e ruoli, un meccanismo volto ad inquinare l’esito delle suddette consultazioni elettorali.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

Liberate piazza degli Artisti. Protestano tutti

di Lino Zaccaria
Correvano gli anni dell’osannata giunta Valenzi (1975-1983), fra gli assessori ve n’era uno particolarmente intraprendente e innovativo. Si chiamava Antonio Scippa e avviò, con la benedizione del sindaco, una campagna, peraltro giustissima, contro la sosta selvaggia. Oggi avrebbe fatto la felicità di Francesco Borrelli. Lastricò la città di paletti e ottenne buoni risultati, con la benedizione di migliaia di cittadini napoletani, adusi al rispetto delle regole. Ma fece di più. Era un creativo. Con lo stesso tipo paletti chiuse la maggior parte delle strade strette e dei vicoli della città (cito solo a mo’ d’esempio, una per tutte, via Gesù e Maria). E creò il caos. Lunghe code, proteste, critiche da buona parte dei mezzi di informazione. Resistette qualche mese e poi fu costretto a fare marcia indietro, ritirò la decisione cervellotica e ridiede respiro al traffico che era impazzito. Ma non fu il primo, nella storia della città a cimentarsi in soluzioni strampalate in tema di circolazione. Qualche anno prima un assessore, suo collega alla Mobilità, altrettanto creativo, Russo da Mariglianella, si era inventato il Rettifilo a senso unico. E Napoli rimase per dieci ore prigioniera della paralisi, con un mega-ingorgo a croce uncinata, avrebbe commentato l’autista del taxi di “Così parlò Bellavista”. Anche lui fu costretto a rimangiarsi quel folle provvedimento dopo sole 24 ore.
A più di cinquant’anni distanza un altro amministratore pubblico, la presidente della Circoscrizione Vomero Clementina Cozzolino, in buona fede perché probabilmente ignora, se non altro per questioni anagrafiche, la cervellotica decisione di Scippa, ci riprova, seppur in un ambito molto più ristretto. Si è accanita su Piazza degli Artisti e, andando contro tutti e contro il buon senso, ha deciso di chiudere lo sblocco della rotonda che prima portava verso via San Gennaro Antignano e via Merliani e costituiva un utile collegamento per quanti volessero raggiungere tutte le strade a ridosso di piazza Vanvitelli e dello stadio Collana. Un paio di transenne bloccano le auto, costrette ore a incasellarsi sulla destra, verso il solo sbocco che è rimasto. Risultato: nelle ore di punta il caos totale, a via Recco, che non è certo un boulevard parigino, ma una strada decisamente stretta, si blocca tutto. Auto strombazzanti, bestemmie degli automobilisti e soprattutto inquinamento a gogò, con i tubi di scarico che sversano ondate di fumi tossici sullo stesso albero e sulle bancarelle di frutta e verdura dei due rivenditori, uno a destra e uno a sinistra, che stanno proprio lì. Una genialata.
Ma perché tutto ciò? Per il motivo, principale, che bisogna preservare quel grande albero monumentale, una fitolacca, piantato improvvidamente sessant’anni fa quasi al centro della piazza, ed ora enormemente cresciuto e debordante fino al punto da costringere a spostare la rotatoria e a mutare il senso di marcia della circolazione delle auto. Adesso lo hanno inglobato in un orrido cordolo che lo farà soffrire più di quanto non soffra già per quella collocazione astrusa.
Chiunque dotato di buon senso, ma credo che a questo punto dovrebbe trattarsi di una decisione che vada gerarchicamente al di sopra della Circoscrizione (Sandagata ci sei?), capirebbe che quell’albero, che peraltro comincia pure a mostrare qualche acciacco, lì proprio non può restare. E non è davvero il caso di fare appello a romantici sentimentalismi o a presunti motivi identitari di quartiere. Puro oscurantismo. Nell’anno del Signore 2024, intelligenza artificiale imperante, il pragmatismo e il bene pubblico dovrebbero avere la meglio sulle emozioni o sulle scelte ideologiche e fumosamente ecologiche. C’è a Napoli un grandissimo polmone di verde con sterminate aree disponibili, il Bosco di Capodimonte. Perché non ridargli linfa vitale espiantandolo e ripiantandolo in un contesto più logico e naturale? Se potesse parlare sarebbe certamente d’accordo, le sue foglie, in parte rinsecchite, tornerebbero splendenti e più verdi di prima. Non soffrirebbe più lì, e non soffrirebbero migliaia di napoletani.
I commercianti, che ovviamente badano anche a “lo loro particulare”, lo hanno capito e mercoledì, insieme ai residenti, si sono dati appuntamento alle 11,30 a piazza degli Artisti, per protestare intanto contro le transenne. Basterà a far tornare la Cozzolino sulle sue assurde decisioni? E basterà a smuovere un po’ di Verdi vari, che in questa circostanza, di fronte al cordolo aguzzino, non hanno profferito verbo? Secondo Europa Verde, infatti, le transenne vanno rimosse, la delibera è sbagliata e non motivata. E hanno ragione. Ma l’albero non darebbe alcun fastidio. Contenti loro.

Presentato a Villa Domi “Il mercante di seta nera”, opera prima del regista partenopeo Antonio Centomani

Avvincente storia di un amore tra un nobile e una schiava nell’Inghilterra del ‘700

Regista, autore, sceneggiatore di successo, la vena creativa di Antonio Centomani si arricchisce di un nuovo progetto, la sua prima opera letteraria del genere narrativa di ambientazione storica, “Il mercante di seta nera” (Musitalia Editore). Il libro è stato presentato oggi in anteprima nazionale da Enzo Colimoro, Segretario Generale dell’Ordine Giornalisti della Campania, grazie all’ospitalità del patron Domenico Kontessa, a Villa Domi, dimora settecentesca con un panorama che aleggia su una delle colline dominanti il Golfo di Napoli.

Ambientato in una Inghilterra di fine del XVIII secolo il romanzo racconta la storia si Oliver Wellesley, futuro duca di Wellington, che vive la maturità all’insegna del disprezzo per le regole sociali. La sua vita è fatta di viaggi nelle lontane Indie e forse per questo motivo non ha mai voluto una moglie. Durante un nuovo viaggio arrivati sulle coste del Ghana nel piccolo porto di Axim, la flotta si ferma per rifornirsi di cibo e per comprare altri schiavi. Sir Oliver, come al suo solito, preferisce sceglierli personalmente, ed è tra queste persone che incontra Afua, una giovane di una bellezza mozzafiato, occhi come perle e una pelle come seta nera. L’incontro inaspettato condanna il protagonista ad affrontare quei demoni della coscienza rimasti sopiti per troppi anni.

Se decidi, o meglio, senti, di scrivere un romanzo, saper stare dietro ad una telecamera e conoscere il linguaggio della cinematografia, ti dà inevitabilmente una marcia in più. E Antonio Centomani nel suo romanzo “Il mercante di seta nera”, ha dimostrato di avercela – ha sottolineato Colimoro – nera è il colore della pelle, seta è il pensiero di Centomani che usa il ‘700 inglese per accompagnarci sapientemente sulle vie impervie dei pericoli di oggi: il razzismo. Poteva essere possibile, si chiede Centomani, zoommando con la sua telecamera nel cuore di chi legge, un amore tra uno schiavista ed una persona considerata schiava? La risposta è sì. Quel che è più difficile è avere il coraggio di viverlo e non svilirlo a possesso e proprietà. E qui Centomani, con l’occhio allenato alla telecamera, riesce a scrivere e a ritrarre le miserie dell’anima che non hanno tempo, senza mai perdere di vista la forza catartica dell’amore. Da leggere, per capire e conoscere quella storia, quel tempo, quella società. Che è sì cambiata, ma che non è mai morta”.

“Nel mio percorso da autore ho avuto l’opportunità di scrivere per il cinema, ed è proprio grazie a questa esperienza che nasce l’idea di questa avventura editoriale – ha raccontato Centomani – ho confessato a Dario Salvatori, che ha curato la prefazione del romanzo, di aver sognato l’incipit della storia immaginando lo scenario in cui si muovono i personaggi, una Londra del ‘700 nel pieno dei traffici della compagnia delle indie orientali tra nobiltà e schiavismo”.

 “Come se fossi dietro la telecamera ho immaginato una avvincente storia d’avventura e d’amore, ma volevo anche renderla impossibile – ha aggiunto – ed è proprio d’amore che volevo parlare nell’accezione massima del significato. Di pagina in pagina, durante la scrittura, i personaggi e le loro vite mi hanno portato a caratterizzarli forti e spregiudicati a partire proprio dal protagonista Oliver, ma l’incontro con Afua sarà determinante per la svolta della sua rocambolesca vita”.

Oltre all’autore la presentazione è stata arricchita dalle letture dell’attrice ucraina Julija Majarčuk.

Studentessa tedesca travolta e uccisa dal camion dell’Asia: una fiaccolata per ricordarla

Amava Napoli, dove aveva studiato, ed aveva deciso di trascorrere nella città partenopea qualche giorno di relax. Non sapeva che sarebbe andata incontro alla morte. Così una studentessa tedesca di 27 anni, Lisa Herbrich, ha perso la vita mentre percorreva di notte piazza Cavour con una bici a noleggio. Una tragica notizia che ha scosso la città, che ha deciso di organizzare una fiaccolata per ricordare Lisa e tutte le vittime della strada. La ragazza, originaria di Francoforte, e studentessa della Goethe University Frankfurt, era a Napoli, dove aveva studiato con il progetto Erasmus per il corso di laurea magistrale in Economia presso l’Università degli Studi Federico II.

L’incidente è avvenuto nella notte tra domenica e lunedì scorso, tra il 21 ed il 22 aprile, quando gli agenti della Polizia Locale di Napoli appartenenti all’Unità Operativa Chiaia sono intervenuti, in Piazza Cavour, all’altezza dell’Istituto Casanova, dove si è verificato un grave incidente stradale. Verso le ore 02:15, un autocarro ASIA impiegato nella raccolta dei rifiuti solidi urbani è stato coinvolto in un incidente con una ciclista, la quale utilizzava una bicicletta a pedalata assistita a noleggio. La ciclista, una giovane studentessa tedesca, Lisa Herbrich, nata nel 1997 e in Italia per motivi di studio, è stata trasportata d’urgenza presso l’Ospedale Vecchio Pellegrini, presentando condizioni critiche. Nonostante i tempestivi interventi medici, la studentessa è purtroppo deceduta alle ore 10:35 di lunedì mattina, dopo essere stata trasferita all’Ospedale del Mare. Immediatamente dopo l’incidente, i veicoli coinvolti sono stati posti sotto sequestro e il conducente dell’autocarro è stato sottoposto ad accertamenti urgenti al fine di verificare eventuali condizioni di alterazione. La salma della giovane è stata messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e trasferita presso l’Istituto di Medicina Legale. Inoltre, è stata prontamente informata l’ambasciata al fine di notificare ai familiari il tragico decesso. Al momento, le dinamiche esatte dell’incidente sono ancora oggetto di indagine da parte delle autorità competenti. Dai primi accertamenti emerge che la ciclista potrebbe aver effettuato un improvviso cambio di direzione proprio mentre l’autocarro ASIA si avvicinava, rendendo impossibile all’autista evitare l’impatto. Gli agenti della Polizia Locale di Chiaia, intervenuti sul posto, hanno immediatamente constatato la gravità della situazione, evidenziata anche dalla presenza di evidenti tracce ematiche sul luogo dell’incidente. Al fine di garantire una completa ricostruzione dell’accaduto, le autorità competenti proseguiranno nell’indagine, collaborando con tutte le parti coinvolte al fine di determinare le responsabilità.

In una nota, la Federico II esprime il suo dolore e la vicinanza alla famiglia della ragazza, ricordata come “solare”. “Una giovane vita spezzata – si legge nella nota dell’ateneo – è sempre difficile da accettare. Il Rettore Matteo Lorito e l’Università Federico II tutta si stringono alla famiglia, ai colleghi e agli amici della studentessa del programma Erasmus, Lisa Herbrich, che ha perso la vita nel tragico incidente stradale avvenuto l’altra notte in città. Lisa, una ragazza solare, aveva scelto di compiere nelle nostre aule, una parte del suo percorso di formazione magistrale, per arricchire la sua crescita professionale e personale. Un drammatico evento le ha portato via la vita e i sogni”.

Luca Simeone, direttore del Napoli Bike Festival, che da anni promuove l’uso della bicicletta a Napoli, ha annunciato a Fanpage che sarà organizzata una fiaccolata in via Foria per le vittime della strada. La tragica scomparsa di Lisa ha commosso tutta la comunità accademica e dei suoi colleghi di Erasmus, a cominciare dall’associazione ESN Napoli, associazione che era molto legata alla ragazza. Gli amici della giovane studentessa si sono stretti attorno al dolore della famiglia, chiusa in un riservato silenzio. In onore di Lisa nei prossimi giorni potrebbero essere intraprese delle iniziative di ricordo il tutto nel rispetto della volontà dei suoi amici più stretti e della sua famiglia. In questo momento di dolore così profondo, i membri dell’associazione ESN Napoli vorrebbero poter dare il loro contributo per Lisa.