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“Quando Lei è dovuta Partire” di Mario Artiaco: il 18 giugno la presentazione

11giu(giu 11)11:4518(giu 18)23:45“Quando Lei è dovuta Partire” di Mario Artiaco: il 18 giugno la presentazioneCategoria evento 1Cronaca

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La storia del più difficile addio, quello cui non si è mai pronti. Moltiplicando tre e sette, si ottiene ventuno. Tre è il numero perfetto, nonché l’inizio, la trinità. Il sette incarna la fine, sono sette infatti le teste del drago rosso dell’apocalisse. Ventuno sono i grammi dell’anima. Il terzo giorno (3) della settimana (7) è il mercoledì e… “la tua rosa rossa verrà recisa il primo mercoledì di un mese di febbraio”.   Febbraio è il secondo mese dell’anno e per due volte ho scritto ventuno capitoli. I primi ventuno sono la cronistoria della medesima data: 03/02/21.I secondi il racconto di alcuni giorni precedenti e altri successivi a quel mercoledì che ha cambiato per sempre la mia vita.
Questa è la sinossi di “Quando Lei è dovuta Partire” scritta dall’ autore stesso Mario Artiaco, a mo’ di nota per spiegare cosa e come andrà a raccontare. Poche righe asciutte, per lo più numeri. Cifre che dovrebbero essere asettiche, innocue, ma chi conosce la numerologia, ne comprende la potenza che, in questo caso, va al di la’ del simbolo. Un conto alla rovescia di chi capisce che il tempo sta per scadere, eppure riesce a percorrerlo a ritroso per non perderne un attimo di quel tempo prezioso. Prezioso, ecco, questa è la parola più giusta per definire l’intento del racconto di Mario Artiaco che, in punta di piedi porta il lettore nel dolore della perdita della cara mamma Maria Francesca. Un libro sicuramente da leggere, che riesce ad emozionare ancor prima di aprirne le pagine, nelle presentazioni o nelle chiacchierate con l’autore.
Io, Lauro e le rose
Tre amici e le loro bravate, l’ingenuità, il sogno, l’incoscienza, la malattia, l’omosessualità, gli abusi e “la morte che pone fine a una vita, non a una relazione”.Due registri diametralmente opposti, il giorno e la notte, la gioia e il dolore, scandiscono il ritmo e le sensazioni. Il primo all’insegna dell’adolescenza, dei giochi, la spensieratezza, o presunta tale, e un viaggio che segna la fine di un’epoca. Il viaggio più strampalato e impraticabile cui si possa ardire. L’altro registro assume toni e circostanze drammatiche e anche l’inesorabile e lento spegnersi del protagonista finisce in secondo piano spodestato dai racconti della sua adolescenza. Il progressivo disvelarsi dell’omosessualità di Raffaele si impossessa della scena ma le scoperte circa la sua malattia e la sua convivenza con don Peppino, benefattore incontrato all’oratorio del Santuario della Madonna di Pompei, rubano la scena e infittiscono la trama.L’ordine cronologico non viene rispettato. Raffaele racconta, e chiede di raccontare, avvenimenti assolutamente disparati nei toni, nei tempi e nelle ambientazioni. Il suo umore e le sue condizioni fisiche la fanno da padrone. Il tempo stringe e non intende terminare il suo viaggio terreno tormentato da rimorsi e rimpianti. Nulla vorrebbe fosse indiviso, incompiuto. Dove può, mette rimedio, ma alcuni avvenimenti non dipendono dalla sua sola volontà e così la madre, sorda e tracotante, incapace di accettare la sua natura, nulla compie nonostante il richiamo disperato del figlio morente la vorrebbe al suo capezzale.Un romanzo d’Amore. E non si intenda quello che alberga tra uomo e donna o tra persone dello stesso sesso. Si narra anche dell’amore che lega indissolubilmente le vite di tre amici, amici da bambini e fin all’ultimo respiro, dell’amore incredibilmente incompiuto, non corrisposto, tra una madre e un figlio, dell’amore per un fratello e per una sorella. Dell’amore per “l’uomo dei due sogni” e l’escamotage che finge utilizzare il protagonista attuando una fuga al fine di raggiungere il più grande calciatore di tutti i tempi all’alba della finale dei mondiali di “Mexico ‘86”, dell’amore per padri assenti e silenti, dell’amore che resta comunque e sempre più forte della morte.

MARIO ARTIACO

Mario Artiaco, classe ‘75, napoletano, ma soprattutto Maradoniano doc, quattro splendide figlie femmine e due beagle, si descrive come sognatore, innamorato, matto, estroverso, con una sola ed insindacabile certezza fin da piccolo: scrivere. Ex figlio ( ma non se ne perdono mai i benefici), ex bancario triste, ma grato, lascia il posto fisso per diventare un viaggiatore presso il dolore degli ultimi, quello che difficilmente gli altri sono disposti a visitare. Questa scelta di vita lo porta ad immergersi in diverse realtà professionali e non, che diventano vere e proprie esperienze da cui imparare, che racconterà anche nelle sue storie, durante la sua nuova vita come scrittore.

Le sue attività più disparate lo vedono impegnato come educatore nelle carceri e nelle comunità per tossicodipendenze. E’ responsabile nazionale di un’associazione contro il bullismo ed è molto attivo nelle campagne sociali nelle scuole per la sensibilizzazione di temi inerenti alla donazione di organi e di midollo.

Nel 2017 arriva il suo romanzo d’esordio “Io, Lauro e le rose”, un’intensa e coinvolgente storia sul pregiudizio, l’amore, l’amicizia e l’omofobia. “Io, Lauro e le rose” rappresenta un vero e proprio caso editoriale, non solo perché ha oltrepassato la quota di cento presentazioni in giro per l’Italia, ma è il primo romanzo autopubblicato ad essere stato presentato al Salone internazionale del libro di Torino. Lo scrittore, coerente con se stesso e con il suo ideale di libertà, sostiene fortemente il self publishing, nel rispetto delle idee dell’autore contro ogni forma di manipolazione da parte delle case editrici, portando avanti anche la battaglia contro la richiesta di contributi economici da parte di quelle realtà editoriali che sviliscono, sfruttano, mercificano l’arte della scrittura. In nome di questa libertà anche i successivi libri di Mario Artiaco sono autopubblicati e presentati in diverse situazioni che abbracciano ogni tipo di pubblico, anche e soprattutto quello delle scuole.

Nel 2023 Mario Artiaco mette completamente a nudo la sua anima, nel difficile, struggente, poetico addio alla cara madre Maria Francesca nel romanzo “Quando Lei è dovuta Partire”. Il racconto, intenso, sintetico, a tratti ironico, coinvolgente, dell’ultimo periodo della vita di una madre, accompagnata “Oltre” dai figli e dai nipoti, è una storia che lascia spunti sul difficile tema del fine vita, ma che racchiude tutta la filosofia di vita di Mario Artiaco: “Amare è lasciar andare”.

Nel gennaio 2024 pubblica “21 storie che non hanno voce” in cui l’autore snocciola ventuno storie con l’intento di dare dignita’ e voce a chi non ha più voce. Storie frutto di fantasia o, in taluni casi, talmente vere e scottanti, da essere state sepolte sotto tonnellate di silenzi ed indifferenza. Un viaggio attraverso i colori e le sfumature dell’animo umano raccontato, anzi dipinto, senza giudizio, ma restando accanto ai protagonisti che sono uomini e donne di questo tempo e che, senza una penna così sensibile, non avrebbero avuto voce, non avrebbero avuto memoria, non avrebbero avuto la dignità che ogni essere vivente merita.

 Ufficio stampa Manuela Ragucci manu3laragucci@gmail.com 338/3116674

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Data evento

11 giugno 2024 11:45 - 18 giugno 2024 23:45(GMT+02:00)