Napoli ko a Barcellona. Ma a testa alta e con la solita “sfortuna”

La solita “sfortuna” di avere un arbitro che non ti dà il rigore netto che ti avrebbe potuto cambiare la partita in meglio. Era successo l’anno scorso contro il Milan nella gara di ritorno degli Ottavi di Champions League che ha eliminato gli azzurri, dove non era stato fischiato un fallo netto di Leao su Lozano in area di rigore. Ed è successo anche quest’anno nella gara persa per 3-1 contro i blaugrana: fallo chiarissimo su Osimhen in area, rigore e possibile 2-2 negato dall’arbitro. Il Barcellona va ai quarti di finale di Champions League, dunque. Il Napoli tiene aperta la qualificazione per abbondanti 80 minuti dimostrando di valere lo spessore di un palcoscenico nobile di livello internazionale. Il successo del Barca è frutto di qualità e dettagli, perché sotto il profilo del gioco è stata una sfida di pari livello con accenti azzurri di assoluto valore. Sembra che la notte finisca subito. In una ventina di minuti il Barcellona segna due volte con Fermin e Cancelo. La sensazione è che i catalani abbiamo imposto la loro legge. E invece la storia è ancora aperta perchè giusto alla mezzora il Napoli va in gol con una bellissima combinazione Politano-Rrahmani. Da quel momento in poi mettiamo paura a Montjuic prendendo il fulcro della partita con autorevolezza e avanzando legittimi dubbi per un fallo su Osimhen in area per il quale l’arbitro ignora il VAR. L’apice della congiuntura astrale si materializza al minuto 80. Lindstrom si inserisce in velocità e colpisce di testa a due metri dalla porta, la palla sfila di un palmo fuori. Due giri di lancetta e dall’altra parte il Barca chiude il capitolo qualificazione con il terzo gol di Lewandowski. Palesi gli errori della difesa e del centrocampo azzurro. In generale la fase difensiva è carente e concede sempre gol e opportunità agli avversari e la fase di possesso palla è sterile. L’unica speranza sarebbe quella di lasciar lavorare con calma mister Calzona ed affidargli anche la gestione della squadra per il prossimo anno in modo da permettergli di impostare il gioco a livello tattico e riportare il Napoli ad avere un meccanismo perfetto sia in fase difensiva che offensiva.

 

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Il direttore: Alessandro Migliaccio Giornalista e scrittore, autore di numerose inchieste nazionali sulla camorra, sugli sprechi di denaro pubblico, sulla corruzione, sulle truffe e sui disservizi in Italia. Ha lavorato dal 2005 al 2020 per “Le Iene” (Mediaset), affermandosi con una serie di servizi che hanno fatto scalpore tra cui quelli sulla compravendita di loculi nei cimiteri, sulla cosiddetta "terra dei fuochi" e sulla pedofilia nella Chiesa. Ha lavorato anche per “Piazza pulita” (La7), Il Tempo, Adnkronos, E-Polis, Napolipiù, Roma, Il Giornale di Napoli e Il Giornale di Sicilia. Ha scritto tre libri di inchiesta (“Paradossopoli – Napoli e l’arte di evadere le regole”, ed. Vertigo 2010, “Che s’addà fa’ pe’ murì – Affari e speculazioni sui morti a Napoli”, ed. Vertigo 2011 e “La crisi fa 90”, ed. Vertigo 2012) e un libro di poesie (“Le vie della vita”, ed. Ferraro 1999). Ha ricevuto una targa dall'Unione Cronisti Italiani come riconoscimento per il suo impegno costante e coraggioso come giornalista di inchiesta. Ha ricevuto anche il Premio L'Arcobaleno napoletano dedicato alle eccellenze della città partenopea. È stato vittima di un'aggressione fisica da parte del comandante della Polizia Municipale di Napoli nel 2008 in seguito ad un suo articolo di inchiesta ed è riuscito a registrare con una microcamera nascosta l'accaduto e a denunciarlo alle autorità devolvendo poi in beneficenza all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli la somma ricevuta come risarcimento del danno subito. Dal 2019 è il direttore di Quotidianonapoli.it