Vomero, i bambini scavalcano per giocare nel Parco Mascagna e rischiano di farsi male. E l’area verde diventa un parcheggio per pochi eletti

di Alessandro Migliaccio

Non si placano le polemiche per la chiusura del Parco Mascagna, che dura ormai da quasi un anno. Ma non solo la manutenzione sembra ferma e quello che è un importantissimo polmone verde del quartiere Vomero viene ancora negato alla cittadinanza. C’è di più. Vista la totale assenza di controlli, nel Parco Mascagna ogni giorni entrano gruppi di ragazzini (e non solo) che decidono di allietare le loro giornate scavalcando i cancelli dell’area verde ed utilizzando le giostre presenti, sia quelle intere che quelle in parte rotte e senza manutenzione, rischiando di farsi male in maniera anche grave. Anche perché nell’area verde sono presenti materiali di risulta, resti dei primi interventi effettuati dagli operai e tronchi tagliati. Insomma, sembra l’area giochi di Chernobyl e non a caso il parco venne chiuso 10 mesi fa in quanto “pericoloso” per l’incolumità dei cittadini. E se ora qualche bambino che entra furtivamente si fa male? Di chi sarà la responsabilità? Il Comune di Napoli e la Quinta Municipalità dove sono? In ferie?

Intanto nessuno controlla e nessuno impedisce, ogni mattina, a questi bambini di rischiare di farsi male durante il loro “campo estivo abusivo”, se vogliamo chiamarlo così, all’interno del Parco Mascagna. Come se non bastasse, nell’area verde vi è un’automobile parcheggiata con tanto di parasole messo sul parabrezza (foto).

Un’auto parcheggiata in un’area verde è davvero un paradosso ma, evidentemente, da queste parti gli enti locali non ci trovano nulla di sbagliato. A meno che nessuno si sia accorto che quello spazio riservato alla cittadinanza, che sarebbe stato molto utile per bambini e anziani in questo periodo di gran caldo, si sta trasformando in un parcheggio per pochi eletti. Chi ha la chiave del catenaccio ha facoltà di parcheggiare la propria auto e magari anche quella di qualche amico.

Qualche giorno fa si era registrata l’ennesima protesta da parte dei residenti del Vomero per denunciare l’assenza di lavori per la riapertura del Parco Mascagna e chiedere l’immediata messa in sicurezza e riapertura dello stesso. In una petizione firmata da decine di residenti, inoltre, vengono chieste le dimissioni del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi e la revoca della delega al Verde comunale all’assessore Vincenzo Santagada. Il tutto considerando “l’evidente stato di degrado e d’abbandono nel quale versa il verde pubblico in città” e nello specifico “per le vicende che riguardano il parco comunale Mascagna, già conosciuto come giardini di via Ruoppolo, chiuso da oltre 300 giorni, con lavori di riqualificazione fermi da settimane, privando i residenti, in particolare i bambini accompagnati e gli anziani, dell’unico polmone a verde pubblico attrezzato di un’area densamente abitata, posta tra i quartieri del Vomero e dell’Arenella”.

“I lavori di riqualificazione al parco Mascagna – spiega Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari – partiti il 20 novembre dell’anno scorso, dovevano durare 120 giorni e dunque concludersi entro la fine del marzo scorso, ma siamo arrivati a luglio e non solo non sono ancora conclusi ma allo stato sono fermi né si sa quando riprenderanno. Sulla vicenda colpisce il perdurante assordante silenzio proprio dell’assessore al verde del Comune di Napoli, Vincenzo Santagada, sotto accusa dal momento che, nonostante le tante proteste e le manifestazioni dei residenti, preoccupati dal perdurare della chiusura del parco comunale, non ha ancora reso noto il nuovo cronoprogramma dei lavori ma principalmente la data di riapertura del parco comunale”.

A Palazzo Cavalcanti il bilancio del turismo musicale

Domani, mercoledì 10 luglio, alle 12.00, a Palazzo Cavalcanti, in via Toledo 348, l’Assessore al Turismo ed alle Attività Produttive Teresa Armato e il delegato del Sindaco di Napoli per l’industria della musica e dell’audiovisivo Ferdinando Tozzi, presenteranno alla stampa il lavoro svolto in un anno di Turismo Musicale, ideato e prodotto da Butik, impresa sociale specializzata in Turismo Musicale, sostenuto dal Ministero della Cultura tramite il Fondo Unico dello Spettacolo tra i Progetti Speciali 2022-2023 – Sezione Musica, realizzato nell’ambito del progetto “Napoli città della Musica” in collaborazione con l’Ufficio Musica del Servizio Cultura del ComuneTUM Turismo Musicale a Napoli ha proposto incontri istituzionali e eventi aperti ai cittadini e turisti da giugno a ottobre 2023. Saranno presentati i progetti futuri relativi al Turismo Musicale.

Interverranno anche il presidente di Assoconcerti Bruno Sconocchia, il consigliere di Assomusica Giuseppe Gomez e Alessandra Di Caro co-founder e marketing manager Butik.

La fisicità prima di tutto: il fattore “base” che serve per vincere in Italia

Come sottolinea il Corriere dello Sport, il Napoli di Antonio Conte punterà in primis sulla fisicità, un po’ come quello di Luciano Spalletti, che al primo anno col Napoli sottolineò l’importanza di questo fattore per vincere le partite in Italia e si fece comprare giocatori muscolari e fisica, come per esempio Kim in difesa.

Rafa Marin, che sta arrivando, guida l’elenco dei nuovi acquisti che saranno soprattutto dei giganti per il Napoli e per Antonio Conte. I volti nuovi hanno una caratteristica in comune: sono alti, grossi e fisicamente strutturati. Coerenti con l’idea di calcio del nuovo allenatore. Il suo Napoli sarà una squadra verticale e coraggiosa. Tatticamente sapiente ma anche pronta ai classici duelli individuali a campo aperto. Saprà essere elegante ma all’occorrenza anche concreta e pratica. Dovrà duellare in area e fuori. Sovrastare gli avversari per qualità, abilità, bravura e, appunto, fisicità. Per tutti questi motivi il club sta costruendo il nuovo organico rispettando, tra le tante, l’indicazione della fisicità come peculiarità, una caratteristica mai del tutto protagonista nella storia recente del Napoli. Una squadra che negli ultimi anni ha vinto, brillato e convinto grazie ai piccoletti (ai tempi di Sarri) e in generale ad abili palleggiatori capaci di arrivare al trionfo gestendo sempre palla e giocando in modo corto, coeso e compatto, facendo gruppo insieme senza mai isolare e scoprire i singoli reparti.

Non è ancora nato il Napoli di Conte e non è stato neppure svelato, sarà il primo ritiro di Dimaro a fornire in tal senso indicazioni, di sicuro dal mercato arrivano indizi sul futuro volto della rosa. Il Napoli sta ricercando calciatori forti fisicamente, veri e propri giganti. Dalla difesa all’attacco, perché anche Romelu Lukaku, a esempio, rispecchia questo identikit. Il pupillo di Conte, infatti, è uno specialista del ruolo, una boa d’area di rigore capace di fare reparto da solo, difendendo palla e favorendo gli inserimenti di esterni e centrocampisti. C’è un motivo per cui il belga è stato per Conte all’Inter l’attaccante perfetto per il suo calcio. Al momento il suo nome è un’idea, aspettando novità su Osimhen. Ma i centimetri saranno indispensabili soprattutto dietro.

Con Conte, che pur ragionando anche su una linea a quattro ha sempre impostato le sue recenti squadre a tre, il Napoli cambierà modo di difendere. Serviranno calciatori pronti a vivere nel corso della stessa partita diversi duelli individuali inseguendo gli avversari in campo aperto. Per questo serviranno centrali alti ma anche agili e reattivi. Buongiorno, che per Conte sarà il pilastro della nuova difesa, è alto 190 centimetri ma è un difensore mobile, veloce, dinamico, abituato a marcare a uomo, a non far respirare gli attaccanti. Ha caratteristiche simili anche Rafa Marin, un metro e novantuno, così come Rrahmani, altezza identica e, per caratteristiche ed esperienza, capacità di marcare in avanti, in aggressione costante sulle punte. Conte cerca fisicità ovunque, non solo in difesa e non solo dall’attaccante. Spinazzola, affare ormai definito, è un esterno veloce, di talento, qualità e dribbling, ma è anche molto alto per il ruolo (186) e tornerà utile in area di rigore, nelle marcature, oltre che nel percorrere per intero la fascia. La fisicità arriverà dal mercato ma è già presente in rosa con i vari Di Lorenzo, Olivera (che in nazionale sta giocando da centrale di difesa), Anguissa, e, in attacco, Kvaratskhelia, che non si fa notare e apprezzare per fisicità – altre e ben note sono le sue qualità – ma è comunque alto oltre un metro e ottanta.

Tris di colpi in difesa: arrivano Buongiorno, Rafa Marin e Spinazzola. Ma il meglio deve ancora venire

Rafa Marin

A Villa Stuart gran via vai di persone. Dopo l’arrivo di Leonardo Spinazzola, acquistato a parametro zero dal Napoli, arriva anche Rafa Marin per effettuare le visite mediche nel caldo pomeriggio romano. E nelle prossime ore sarà il turno di Alessandro Buongiorno, che ieri ha salutato il Torino e i tifosi granata per fiondarsi con entusiasmo nella nuova avventura col Napoli.

Rafa Marin, difensore spagnolo, classe 2002, è stato acquistato dal Real Madrid con una formula piuttosto complessa. Il nuovo ds Manna e il presidente De Laurentiis hanno stretto un accordo che permetterà al club madrileno di riportare il giocatore in Spagna, ma solo a partire dal 2026 e nel 2027 con il diritto di recompra inserito nel contratto. Il Napoli ha versato circa 10 milioni per il cartellino di Rafa Marin e nel 2026 la clausola avrà valore 25 milioni se il Real volesse riportarlo alla base; nel 2027, invece, varrà 35. Il tutto però si raddoppierebbe se il Napoli verserà l’anno prossimo altri 10 milioni di euro nelle casse del Real Madrid. In questo caso, infatti, il Napoli farà raddoppiare il valore della recompra da 25 a 50 milioni per il 2026, e da 35 a 70 per il 2027.

Il difensore Alessandro Buongiorno, invece, si unirà agli azzurri solo nel secondo ritiro che si terrà in Abruzzo a Castel di Sangro, a fine luglio. Per il centrale del Torino ora è tempo di vacanze, ma ha già dato la parola al mister e alla società partenopea.

Per il raduno a Castel Volturno è atteso Victor Osimhen: l’attaccante nigeriano partirà con i suoi compagni per il ritiro di Dimaro, poiché fino a questo momento nessun club ha presentato al Napoli i 120 milioni della clausola rescissoria. Il centravanti sarà a disposizione di Conte, ma lo stesso allenatore conosce bene la delicata situazione e appena si sbloccherà la sua cessione, chiederà il bomber che utilizzerà per tutta la stagione: Romelu Lukaku è il primo della lista ma non sono escluse sorprese. Insomma, puntellata la difesa, ora arriveranno i colpi in attacco e a centrocampo.

Al momento, con gli acquisti e le cessioni realizzate finora, il Napoli si schiererebbe così: Meret, Rrahmani, Buongiorno, Rafa Marin, Di Lorenzo, Lobotka, Anguissa, Olivera, Politano, Osimhen, Kvaratskelia.

Si parte per il ritiro di Dimaro: inizia l’era Conte

Da domani a Castel Volturno inizierà la storia professionale e, si spera, d’amore tra il nuovo allenatore del Napoli Antonio Conte e la squadra azzurra che si radunerà per partire poi giovedì verso il ritiro di Dimaro, in Trentino, prima parte della preparazione atletica e tattica della squadra in vista del prossimo campionato.

Il Napoli si ritrova senza i nazionali e senza Olivera che ha eliminato il Brasile e si gioca con l’Uruguay la semifinale di Coppa America. Conte li attende ma comunque comincia domani a conoscere davvero i suoi calciatori, anche per prendere decisioni sul mercato da chi è in dubbio. Attesi anche i primi nuovi azzurri a cominciare da Leonardo Spinazzola e Rafa Marin, che hanno fatto le visite mediche a Roma e saranno presto annunciati della firma del contratto, biennale per il 31enne svincolato dalla Roma e quinquennale per il 22enne preso dal Real Madrid per 11 milioni.

Il Napoli attende anche Alessandro Buongiorno che oggi si è presentato al ritiro del Torino per salutare la squadra granata. Il difensore all’ingresso ha salutato anche i tifosi granata con uno di loro che gli dice: “vinci fuori e torna qui, mi raccomando” e Buongiorno che risponde: “magari, sarebbe bello”. Il 25enne arriva in maglia azzurra dopo l’accordo con il Torino e avrà un quinquennale che parte da 2,5 milioni a stagione per poi salire con i bonus.

 Intanto va avanti il mercato. Si attende l’esito delle trattative per la cessione di Osimhen su cui si riaffaccia lo sguardo del Paris Saint Germain, che sarebbe tornato per volontà del tecnico Guardiola a volerlo, per rilanciare le ambizioni dopo l’addio a Mbappè, ma resta anche la trattativa con Chelsea e Arsenal. Osimhen è atteso al ritiro dove dovrebbe rimanere fino alla cessione, per una preparazione che sarà da subito di impatto fisico, di preparazione con la giusta forza, prevedendo due sedute tutti i giorni, anche in quelli delle amichevoli.
Il Napoli ha ufficializzato l’estate dei test estivi con cinque amichevoli prima dell’esordio ufficiale in Coppa Italia del 10 agosto contro il Modena. La squadra azzurra in Trentino scende in campo il 16 luglio contro l’ASD Anaune Val di Non, mentre il 20 agosto affronterà il Mantova, squadra di serie B nel primo test serio. Nella seconda parte a Castel di Sangro, il primo test è il 28 luglio contro la squadra turca Adana Demirspor, poi il 31 luglio contro i francesi del Brest e il 3 agosto con gli spagnoli del Girona. La rosa si completerà man mano, con il ritorno dei nazionali Meret, Di Lorenzo, Folorunsho, Raspadori, Lobotka, Kvaratskhelia e Olivera e con l’arrivo dei nuovi a cominciare da Lukaku, che Conte vuole come sostituto di Osimhen.

Il Museo “Diego Aragona Pignatelli Cortes” assegnato alla direzione di Palazzo Reale di Napoli

Villa Pignatelli

Villa Pignatelli, la meravigliosa dimora storica sulla Riviera di Chiaia, che ospita il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes e l’annesso Museo delle carrozze, oltre a un piccolo parco, passa sotto la direzione di Palazzo Reale di Napoli, diretto da Mario Epifani. È stato firmato a fine giugno il verbale di passaggio di consegne con cui Villa Pignatelli sarà coordinata non più dalla Direzione regionale Musei della Campania, come previsto dal decreto ministeriale del febbraio scorso.

Pride, confronto Manfredi-Schlein-Conte alla vigilia della parata. A Palazzo San Giacomo esposta bandiera dell’evento

Pride, oggi il confronto Manfredi-Schlein-Conte alla vigilia della parata. A Palazzo San Giacomo esposta bandiera dell’evento.

Sara esposta fino a lunedì, a Palazzo San Giacomo, la bandiera del Pride. Un ulteriore simbolo dell’adesione al Napoli Pride 2024, del quale il Comune è organizzatore, oltre che uno degli enti patrocinanti.
La parata conclusiva dell’edizione numero 17 del Pride, sul tema “Fa’ Pace coi Diritti!” – che ha visto una settimana di incontri, spettacoli ed eventi al villaggio allestito nel Real Albergo dei Poveri – si terrà sabato 29 con concentramento alle ore 16.00 in piazza Municipio e arrivo intorno alle ore 20.00 in piazza Dante dove si terrà lo Star Show. Madrina del Napoli Pride 2024 è la cantautrice Malika Ayane. Domani, venerdì 28 giugno alle ore 17.30, il sindaco Manfredi si confronterà tra gli altri con la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente M5S, Giuseppe Conte.

L’assessore allo Sport e alle Pari Opportunità: “L’esposizione della bandiera del Pride è un altro segnale di quanto questa Amministrazione sia sensibile al rispetto delle persone e pronta a condannare qualunque forma di discriminazione, e con i tempi che corrono, è necessario manifestare e diffondere tale messaggio alla collettività con un segnale forte e colorato, affermando con determinazione l’impegno e la costanza nella difesa dei diritti”.

Un libro su Marianna, la contessa che fondò il santuario di Pompei

Nell’immaginario collettivo il Beato Bartolo Longo viene considerato il fondatore del Santuario della Beata Vergine Maria del Santo Rosario di Pompei e anche il principale se non unico artefice della costruzione della Basilica. In realtà non è proprio così. Al fianco dell’avvocato di Latiano, che effettivamente dedicò gran parte della sua vita all’edificazione della Chiesa e alla creazione di tutte le attività di assistenza e di cura che si accompagnano alla pratica religiosa in quel luogo, svolse infatti un’opera determinante, ma a molti ancora sconosciuta, una nobildonna di origini pugliesi, Marianna Farnararo, sposatasi in seconde nozze proprio con Bartolo Longo, e che lavorò con passione e con dedizione al fianco del marito per l’ideazione e la successiva realizzazione di un progetto, la costruzione della Basilica, che avrebbe segnato per sempre il destino di un intero territorio, legandolo indissolubilmente all’affermazione e all’ esercizio del culto cattolico.
Di tutto ciò si scrive in “Contessa carità”, un volumetto che fa parte della collana “Sorsi” edita da Giannini (Napoli). L’Autore del libro, Lino Zaccaria nel ripercorrere la storia della nascita della Basilica di Pompei, nel disegnare con dettagli inediti la vita della contessa Farnararo e nel sottolinearne i meriti che ebbe nella costruzione della Chiesa, trae spunto dai racconti di suo padre che alla nobildonna pugliese era legato da vincoli di parentela e che aveva avuto occasione di incontrarla e frequentarla durante la sua infanzia.
Tra fatti ‘di famiglia’ realmente accaduti, testimonianze dirette e riferimenti ‘storici’ legati alla nascita del progetto Pompei si dipana il racconto, originale e ricco di curiosità inedite, della vita della Farnararo, dalla nascita a Monopoli, in Puglia, fino al trasferimento a Napoli, dal matrimonio con un ricco proprietario terriero, Albenzio De Fusco, con il quale mise al mondo cinque figli e di cui rimase vedova in giovane età, alla completa dedizione alla preghiera e in particolare al culto mariano che ne caratterizzò la seconda parte della vita.
L’Autore nel ripercorrere la vita di Marianna Farnararo sottolinea l’influenza decisiva che sulla nobildonna ebbero le frequentazioni avute con personalità eminenti del mondo cattolico, quali Caterina Volpicelli e Padre Ludovico da Casoria, che furono determinanti nell’affinarne e svilupparne ancor di più il già innato senso religioso fino a sfociare, dopo il matrimonio con Bartolo Longo, nel progetto e nella realizzazione della costruzione del Santuario di Pompei.
Attraverso la lettura del libro di Lino Zaccaria si fa strada l’immagine di una donna alla quale probabilmente non sono stati ancora riconosciuti del tutto i reali meriti avuti nell’affermazione, oltre che dei principi religiosi legati al culto anche dello spirito di solidarietà, della vocazione all’assistenza delle anime e al conforto dei deboli e degli emarginati,  tutti elementi che hanno contribuito a cambiare in maniera sostanziale, rendendola più moderna ed evoluta, la storia della Chiesa e che ancora oggi sono alla base delle molteplici attività che ruotano intorno alla Basilica pompeiana.
Il libro si conclude con la citazione di una richiesta di intervento di Papa Francesco, avanzata da chi vorrebbe che a Marianna Farnararo, attraverso l’istituto della Beatificazione, fosse riconosciuto, così come già avvenuto per Bartolo Longo, il merito di quanto è stato realizzato. E chissà che il Santo Padre, nell’anno del Giubileo che sta per arrivare, non accolga l’accorata richiesta di quanti considerano Marianna Farnararo un esempio luminoso della storia della Chiesa alla quale, assieme alla riconoscenza dei fedeli, spetta sicuramente una maggiore valorizzazione.
Il volume di Lino Zaccaria verrà presentato lunedì alle 18 presso la libreria Raffaello di via Kerbaker. Ne discuteranno con l’autore il giornalista Angelo Cerulo e la scrittrice Eleonora Belfiore. Modererà Tjuna Notarbartolo, letture di Antonio Leccisi.

A Napoli le celebrazioni per la Giornata della Russia

Il 13 giugno 2024 a Napoli presso l’Associazione culturale “Maxim Gor’kij” si sono svolti i festeggiamenti in onore della Giornata della Russia. L’evento è stato organizzato dal Consolato onorario della Federazione Russa a Napoli e dalle associazioni russofone “Aurora”, “Rus” e “Parus”. Dopo la solenne apertura alle note dell’inno russo, nel contesto della parte ufficiale sono state lette le parole dell’Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa  nella Repubblica Italiana e nella Repubblica di San-Marino, Alexei Vladimirovich Paramonov. Dalle soprano Elena Kozina-Klaps e soprano Maria Movchan sono state poi eseguite le opere di grandi compositori: l’arioso di Kumadall’opera “La maliarda” di P. Tchaikovsky e la romanza “È bello qui” di S. Rachmaninoff, oltre alle note canzoni “Dove comincia la Madrepatria”, “Guardo i laghi blu” e “Ti amo, Russia”, con accompagnamento al pianoforte dalla Direttore Artistico dell’Accademia d’arte e musica “Rachmaninoff” Yulia Polyushkova. Inoltre, gli ospiti hanno sentito declamare le poesie “Della Russia” e “Il Tricolore”, mentre i giovani talenti della parrocchia ortodossa di Napoli hanno regalato a tutti i presenti le performance musicali e i disegni aventi come tema principale l’amore per la Madrepatria. Anche il sacerdote della chiesa, padre Mikhail Povalyaev, ha onorato tutti con la sua presenza e benedizione. Particolarmente memorabili sono state la recita della poesia “La fiera” di E. Yevtushenko eseguita da Marina Kotik, la canzone “Madre Terra” con Ekaterina Malysheva alla chitarra e il brano “I pagliacci” di D. Kabalevsky eseguito dal giovane pianista Shurkalin Nikola.

Tutti i numeri sono stati accolti da un grande applauso della diaspora russa, accorsa per la festa.

Esprimiamo la nostra particolare gratitudine a Vincenzo Schiavo, Console Onorario della Federazione Russa a Napoli, a Luigi Marino, Presidente dell’Associazione Maxim Gorky, a Padre Mikhail, sacerdote della Chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Napoli, ai Presidenti delle Associazioni Aurora, Rus, Parus e PRIMA (Bari), Svetlana Nesterenko, Natalia Pankova, Elena Efremova e Veronika Litvinova, alla seconda presentatrice Natalya Vinkler, al fotografo Maurizio de Costanzo e a tutti i cari ospiti dell’evento.

Borgo Egnazia, poi Lucerna e le incognite del voto nell’Ue

di Almerico Di Meglio

A Borgo Egnazia fra i temi geo-economici e geo-strategici che il G7 affronterà non mancheranno d’affiorare anche quelli relativi alla nuova Unione europea uscita dalle urne con la crescita sostanziosa delle forze di destra. Si discuterà, apertamente e ancor più dietro le quinte, dei nuovi equilibri al parlamento europeo e del governo dell’Ue. Su di essi pende indirettamente l’incognita delle elezioni anticipate in Francia, dopo la clamorosa sconfitta dei liberali di En marche, il partito di Emmanuel Macron, l’evanescenza del Partito socialista e la spaccatura delle forze di sinistra. Resta, tuttavia, l’assicurazione di stabilità – se non di continuità – offerta dalla centralità conservata  in Germania dai partiti democristiani Cdu-Csu a fronte del forte ridimensionamento di socialdemocratici  (Spo), Verdi e liberali.

Ma per sapere quale sarà poi la rotta del convoglio europeo bisognerà attendere le presidenziali di novembre negli Stati Uniti. Per ora e per i prossimi mesi si navigherà a vista. A meno che, in un sussulto di pragmatismo, venga rivoluzionata l’agenda. E, messa da parte la prevista fase bellica intensiva, con la fornitura al regime di Kiev di armi e munizioni ad abundantiam, la parola “negoziato” faccia – finalmente e seriamente – il suo debutto sul palcoscenico ucraino. Difficile persino immaginarlo. Ma a sciogliere dubbi, timori o speranze, sarà il vertice di metà mese in Svizzera. Occhi puntati sull’hotel Bürgenstock, sulla riva del lago di Lucerna, e amuleti contro la malasorte in mano, visti i risultati di precedenti trattative su Cipro e Sudan.

Su quest’ultima consultazione europea sono apparsi sottovalutati, nelle indagini demoscopiche della vigilia, fattori rivelatisi influenti. Le dimensioni dell’astensionismo, la rilevanza delle vittorie e delle sconfitte, le novità di forze politiche emergenti, il voto dei giovani… In Italia particolarmente elevata l’astensione: divide per due il valore morale della rappresentanza popolare degli eletti. Ma non il peso politico. Chi, tra gli astenuti, usa lamentarsi poi di quanto avviene tra Strasburgo e Bruxelles, dovrà convincersi che quanti si sono recati alle urne hanno votato anche per lui.

Nel Vecchio Continente il consenso raccolto dalle destre tra i giovani nella fascia d’età  tra i 16-18 anni fino ai 24-25 ha interessato poco o punto analisti e sondaggisti. Ora si accorgono che la loro scelta – in molti casi la prima, quella che si ricorda per una vita – ha concorso in determinate aree a fare la differenza. Ha contato, fra l’altro, una tendenza (o piuttosto controtendenza) che s’insinua e si fa strada: il rifiuto del “pensiero unico”  teso ad omogeneizzare le nuove generazioni attraverso una visione degli avvenimenti calata dall’alto con le sue verità preconfezionate ed indiscutibili. Il tempo ci dirà se momentanea.

L’avanzata, dove più e dove meno, della destra in Europa era, sì, prevista. Molto meno, invece,  la debacle delle forze di governo di centrosinistra nei due Paesi-guida dell’Ue: Francia e Germania. A Parigi l’annuncio delle elezioni anticipate segna il successo del Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen e di Jordan Bardella. Il ventottenne eurodeputato italo-francese, vicepresidente di Rn in Francia e di Identità e democrazia (Id) a Strasburgo, sarà candidato a essere il prossimo premier transalpino se il suo partito dovesse prevalere nell’elezione nazionale del 30 giugno – 7 luglio e riuscire poi a coagulare altre forze per formare una maggioranza in parlamento. E’ stato chiarissimo, Bardella, nel commentare il risultato: “Questa sconfitta senza precedenti per l’attuale governo segna la fine di un ciclo e il primo giorno dell’era post-Macron, che spetta a noi costruire”. Forse remota questa possibilità, ma non è più una ipotesi di terzo grado. Ecco perché Macron ha deciso di anticipare al massimo l’appuntamento elettorale per impedire che allo smottamento segua una valanga. Si punta, a Parigi ma pure nel resto dell’Europa, a parare gli effetti invece di sforzarsi a comprendere le cause. Non a caso, in Germania il governo Spd-Verdi-liberali ha reagito al crollo di consensi sottolineando il rifiuto di elezioni anzitempo.

Alla vigilia del voto è servita propagandisticamente a Joe Biden ma non a Emmanuel Macron l’hollywoodiana cerimonia del D-day, dove mancava il popolo, ché tra gli abitanti della Normandia si tramandano i ricordi dell’anelata liberazione ma pure quelli dei bombardamenti indiscriminati degli alleati con decine e decine di migliaia di vittime civili. Monca di Vladimir Putin e praticamente con gli zoom a puntare soltanto il duo Macron-Biden, la cerimonia è stata avara d’effetto nelle urne. Lo ha ben testimoniato il titolo del ‘Figaro’ a tutta pagina: “La déferlante”.

Né è servita a socialdemocratici e Verdi tedeschi puntare il dito dell’anti-nazismo contro l’AfD, l’Alternativa per la Germania, che riempie il serbatoio dei consensi soprattutto nell’ex Germania comunista dell’Est, la DDR. Nell’Europa centro-orientale liberata da Hitler ma consegnata a Stalin non amano i russi, ché ricordano i sovietici, ma diffidano degli americani. Nell’ex DDR, a sinistra, al tramonto di Die Linke si è contrapposta l’alba di Sarah Wagenknecht (Bsw): post-comunisti ma piuttosto pacifisti e contrari alla guerra anti-russa in Ucraina. Su questa posizione alcuni partiti di destra e di sinistra si incontrano: Bsw e AfD in Germania, Rn di Marine Le Pen e Fi (France insoumise) di Jean-Luc Mélenchon in Francia, tanto per fare i due esempi più significativi. Socialdemocratici e Verdi tedeschi hanno pagato pegno a una linea politica bellicista sull’Ucraina, simile a quella dei partiti consimili francesi.

Ci sarebbe da parlare di tanti altri motivi che spiegano la disaffezione alle elezioni europee o le ragioni del voto contro. Elenco lungo. A cominciare dall’ostinazione a non risparmiare le spese di Bruxelles e Strasburgo.