L’arbitro di Barca-Napoli aveva un dispositivo nell’orecchio e fischiava tardi. Lahoz: “L’Uefa spieghi!”

Uno strano oggetto nell’orecchio di Danny Makkelie, l’arbitro di Barcellona-Napoli, sta facendo discutere all’indomani della gara valida per il ritorno degli Ottavi di Champions League. Da una parte Makkelie aveva il classico auricolare per comunicare con Var, quarto uomo e guardalinee, ma dall’altra parte, come ripreso dalle telecamere, aveva uno strano oggetto forse wireless. A che serviva? Come scrive Relevo, l’ex arbitro Mateu Lahoz chiede spiegazioni alla Uefa e vuole capire che oggetto fosse, a cosa servisse, specialmente perché la gara ha vissuto di diversi momenti concitati con episodi dubbi, come il netto rigore negato a Osimhen, ma anche fischi e decisioni prese con qualche attimo di ritardo. “Un arbitro non può arbitrare stando isolato dal contesto – dice Lahoz – in campo serve incoraggiamento. Mai visto un oggetto simile!”.

Calvarese: “Sbagliai a dare rigore alla Juve”. Ma intanto così il Napoli non andò in Champions

La trasmissione Le Iene è tornata a trattare l’argomento relativo agli errori arbitrali in Serie A e lo ha fatto andando in un raduno arbitrale a Nocera inferiore dove l’inviato delle Iene Filippo Roma alla fine è stato allontanato. Nel servizio si vede un arbitro mascherato che parla di Lazio-Milan e afferma che c’è un rigore netto negato ai biancocelesti e che l’espulsione di Guendouzi non ha senso. Il tutto viene ricondotto a dinamiche decise a tavolino dal Var in base alle votazioni da far prendere agli arbitri: una ipotesi di azioni interne alla “casta” degli arbitri che è alla base del servizio delle Iene.

Durante il servizio viene mostrato anche lo sfogo di Aurelio De Laurentiis contro Dazn e poi, restando sul Napoli, o meglio su un grosso torto arbitrale subito negli anni scorsi dagli azzurri, si ascolta una dichiarazione dell’ex arbitro Calvarese, si ricorda che Rizzoli voleva tagliarlo e invece venne confermato un altro anno, l’anno in cui gli venne affidata Juventus-Inter, gara in cui lui assegnò un rigore inesistente a Cuadrado per un fallo che non c’era di Perisic: anzi era una chiara simulazione di Cuadrado. Con quella vittoria (ed il contemporaneo pareggio interno del Napoli col Verona) la Juve andò in Champions al posto degli azzurri. Accumulando non solo tanti milioni in più ma anche un punteggio superiore in vista del Mondiale per Club.